Ecco come è stato girato il film Gravity (VIDEO)
Gravity sta facendo incetta di premi meritatissimi per quanto riguarda la parte visiva della pellicola. Ecco come sono stati resi gli effetti speciali
La serata della premiazione degli Oscar 2014 si fa sempre più vicina; il 2 marzo conosceremo tutti i vincitori, e il film che troveremo tra i favoriti è Gravity del regista Alfonso Cuarón, soprattutto per quanto riguarda la categoria degli effetti visivi.
La pellicola, che vede come protagonisti assoluti Sandra Bullock e George Clooney, ha una sceneggiatura curata dallo stesso regista insieme a Jonás Cuarón e Rodrigo Garcia ed è stata presentata come film d’apertura, con grande successo, alla scorsa edizione del Festival Internazionale del Festival di Venezia. Non a caso Gravity è stato premiato per gli effetti speciali ai recenti VES Awards e ai BAFTA Awards, mentre per gli Oscar il film è presente in ben 10 categorie oltre a quella degli effetti visivi che si preannuncia già vinta.
Con questa featurette distribuita dalla produzione del film, possiamo renderci conto del grande lavoro che è stato fatto proprio per quanto riguarda la difficile ed elaborata parte visiva che ha richiesto l’invenzione di nuove tecniche e tecnologie di ripresa in live action e computer grafica inedite fino ad ora. Godiamoci questa interessantissima clip dopo aver letto la sinossi ufficiale:
Sandra Bullock è la Dottoressa Ryan Stone, un geniale ingegnere medico alla sua prima missione sullo shuttle assieme all’astronauta esperto Matt Kowalsky (George Clooney) al comando del suo ultimo volo prima di ritirarsi. Ma quella che sembrava un’operazione abitudinaria, sfocia nel disastro. Lo shuttle viene distrutto, lasciando la Stone e Kovalsky completamente da soli, collegati a nulla se non l’uno all’altra, ruotando verso l’oscurità.
Il silenzio assordante conferma che hanno perso qualsiasi contatto con la Terra, e con esso qualsiasi possibilità di salvezza. Mentre la paura si trasforma in panico, ogni boccata d’aria si mangia quel poco di ossigeno che rimane.
Ma l’unica strada verso casa potrebbe essere spingersi ancora più lontano nella terrificante distesa dello Spazio.