Sanremo 2014: Fazio parla dei brani scelti
Fabio Fazio spiega alla stampa la sua scelta innovativa sui brani di Sanremo 2014: si tratta di brani indirizzati a un pubblico più ampio
In attesa del Festival di Sanremo 2014 che si terrà dal 18 febbraio al 22, e che andrà in onda su Rai1, il conduttore Fabio Fazio, come aveva già spiegato al momento della nomina dei 14 Big, ha lasciato molto spazio alla contemporaneità. Ieri la stampa ha ascoltato per la prima volta i brani in gara, presentato già lo scorso dicembre da Fabio Fazio.Fazio spiega di aver scelto brani che potrebbero interessare le radio, e quindi il mercato e gli ascoltatori a casa. La parola “contemporaneità”, secondo quanto riferisce lo stesso Fazio, quindi, può considerarsi la chiave di tutto il Festival di Sanremo 2014. “Abbiamo pensato a quei brani che potessero colpire gli ascoltatori, tanto da indurli a scaricarli“. Brani, quindi, adatti al pubblico a casa. Niente canzoni classiche per questo Sanremo. “Il festival deve essere un punto di partenza, non di arrivo di un progetto“, continua il conduttore.
Mauro Pagani, direttore musicale dell’evento, riferisce ai giornalisti che quest’anno vi sono anche delle canzoni scritte in modo magistrale, ovvero brani che avrebbe voluto scrivere lui stesso: “Emerge la volontà di aggrapparsi alla speranza anche in un momento difficile come questo“.
Fazio si definisce molto soddisfatto della sua scelta innovativa nel portare sul palco dell’Ariston qualcosa di diverso rispetto agli anni precedenti. Il pensiero di Fazio si è concentrato nel soddisfare i desideri della platea più ampia di Sanremo. “E’ assurdo pensare al pubblico di Sanremo sulla base del pubblico di riferimento di Rai1“, continua il conduttore, giustificando la sua scelta. Nel frattempo, i giornalisti hanno ascoltato i brani e pare che li abbiano apprezzati, anche se non possono esporsi più di tanto, poiché non è altro che un ascolto dal quale non si può tirar fuori un giudizio. Come in ogni edizione, invece, non mancano brani che girano attorno al tema del romanticismo. Del resto, quello non passa mai di moda.