Tumore al seno: perché si creano metastasi anche se il tumore è piccolo
Tumore al seno: perché si creano metastasi anche se il tumore è piccolo. Le ultime news sulla ricerca
Perché dei tumori piccolissimi diventano molto aggressivi? Perché si sviluppano metastasi anche se il tumore è piccolo? A dare risposta a queste domande relativamente ad alcuni tipi di cancro al seno, arrivano due studi differenti appena pubblicati sulla rivista Nature da ricercatori americani della Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York e dell’Università tedesca di Regensburg. Massimo Di Maio, consigliere nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica e direttore dell’Oncologia all’Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino ha spiegato che queste indagini hanno permesso di fare dei passi avanti nella “comprensione di situazioni particolarmente sfortunate come quelle in cui, nonostante la neoplasia sia scoperta e asportata ancora molto piccola, in fase precoce, poi si sviluppano metastasi. Oppure addirittura la paziente arriva alla diagnosi già metastatica, senza che il tumore iniziale si sia ancora sviluppato”. Ma andiamo per ordine. I ricercatori tedeschi avevano scoperto, in precedenza, che le cellule malate possono diffondersi da tumori invasivi, caratterizzati da mutazioni genetiche particolarmente sfavorevoli, ma anche da carcinomi ai primi stadi, generalmente considerati incapaci di dare metastasi. La novità, arrivata con i due studi condotti per ora su modelli animali e testati su campioni di tessuto umano, è che sono stati indentificati i primi meccanismi che consentono alle cellule cancerose di sparpagliarsi nell’organismo anche se la malattia è alle sue fasi iniziali. Entrambi gli studi partono da due tipi di tumore mammario molto iniziali, compresi modelli di carcinoma duttale in sito, una tipologia nota per essere non invasiva. I ricercatori americani hanno scoperto che sono due alterazioni molecolari (un oncogene “attivato”, HER2, e un soppressore tumorale “spento”, p38) a far sì che le cellule neoplastiche ricevano il messaggio di spostarsi dal tessuto mammario verso i polmoni e poi in altre parti del corpo. La maggior parte di queste cellule che migrano precocemente, restano dormienti e scampano dall’azione dei farmaci che invece colpiscono le cellule attive. Julio A. Aguirre-Ghiso, autore principale dello studio Usa ha specificato che ancora molte cose non sono state spiegate. In particolare “quel 5 per cento di donne con cancro al seno che hanno metastasi, ma nessun tumore originario” e quei “casi cosi aggressivi da resistere a tutte le terapie e diventare letali”. Il secondo studio, coordinato in Germania da Cristoph Klein aggiunge ulteriori informazioni in questo stesso senso.