Troppo cibo spazzatura nella pubblicità per bambini: bisogna cambiare rotta
Troppo cibo spazzatura nella pubblicità per bambini: bisogna cambiare rotta. Ecco le news
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto ai Governi di intervenire sulla presenza di troppi cibi spazzatura nelle pubblicità per bambini. Se i media tradizionali, radio e televisione hanno ridotto le pubblicità di cibo spazzatura ricchi di grassi e zuccheri, quelli digitali lanciano messaggi sbagliati. Sono queste le motivazioni, riportate in un rapporto dell’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che hanno portato la stessa Oms a richiedere maggiori controlli si Governi. Secondo il rapporto, le promozioni sui social e gli advergames, cioè dei giochi on line sarebbero alcuni dei modi attraverso i quali verrebbero veicolati questi tipi di messaggi a bambini e adolescenti. In Gran Bretagna, secondo quanto rivelato da una ricerca, il 73% degli adolescenti segue sui vari social le pagine dei propri marchi preferiti, anche di cibo, il 62% clicca sui vari banner pubblicitari e il 57% fa acquisti mentre gioca o usa una app. Il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Zsuzsanna Jakab, ritiene che, nonostante i Governi abbiano cercato di diffondere il più possibile i vari messaggi per la prevenzione dell’obesità infantile, i bambini “sono spesso esposti a un numero considerevole di tecniche nascoste di digital marketing che promuovono cibi ricchi di grassi, zuccheri e sale”. C’è da dire che i più piccoli sono anche dei soggetti più vulnerabili pertanto le istituzioni dovrebbero “riconoscere la nuova minaccia e agire di conseguenza”. Insomma un allarme inquietante quello lanciato dall’Oms sulle pubblicità di cibi spazzatura. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha stimato che il 36% dei bambini e il 34% delle bambine in Italia è in sovrappeso. I nostri bambini si piazzano al secondo posto dopo quelli greci. In questa sorta di classifica il terzo posto è occupato dai neozelandesi e il quinto dagli statunitensi. In generale il sovrappeso e l’obesità infantile sono legati alle cattive abitudini alimentari e di certo i messaggi pubblicitari che passano nei vari social non aiutano a contrastare questo fenomeno.