Immunoterapie per combattere il cancro e allungare la sopravvivenza a lungo termine
Immunoterapie per combattere il cancro e allungare la sopravvivenza a lungo termine: le ultime news
Qualche anno fa, nella consueta classifica stilata dall’Associazione Americana per il Progresso della Scienza e dagli editori della rivista Science, l’immunoterapia era salita sul gradino più alto del podio. Oggi l’immunoterapia è considerata la nuova terapia per combattere il cancro e allungare la sopravvivenza a lungo termine, garantendo una buona qualità di vita. L’immunoncologia nasce per rafforzare il sistema immunitario dei malati potenziandolo attraverso anticorpi e vaccini grazie ai quali l’organismo può aggredire le cellule malate. Questa nuova strategia è stata al centro dell’attenzione durante l’ultimo congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) tenutosi a Chicago lo scorso giugno. Secondo Carmine Pinto, Presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, l’immunoncologia è al momento la quarta terapia disponibile per combattere il cancro. Le altre tre sono chirurgia, radioterapia e farmaci. I primi successi della nuova terapia sono stati rilevati contro una forma di cancro che non rientra tra le più comuni ma che è pericolosissima, il melanoma, un tumore della pelle. Nel 2011 è stato dimostrato che l’immunoncologia aveva portato dei progressi nella sopravvivenza dei pazienti. Oggi, come ha spiegato Paolo Ascierto, direttore dell’Oncologia all’Istituto Tumori Pascale di Napoli e coordinatore della sessione sul melanoma durante i lavoro del convegno ASCO la terapia ha migliorato la sopravvivenza a lungo termine nelle persone colpite dal melanoma e in fase avanzata della malattia. Sembrerebbe il 20% dei pazienti a un anno è vivo e il melanoma è scomparso del tutto o comunque è bloccato. In questo modo potrebbe essere possibile evitare la chemioterapia.
LA DIETA MIMA DIGIUNO: ECCO COME FUNZIONA
Per quanto riguarda il tumore al polmone, Federico Cappuzzo, direttore dell’Oncologia all’Ospedale di Ravenna ha spiegato che, escluso il 15% dei casi riconducibili a soggetti che non sono fumatori e che possono essere trattati con farmaci a bersaglio molecolare poiché spesso presentano mutazioni genetiche, l’85% delle diagnosi interessa i tabagisti e per loro fino a poco tempo fa non esistevano terapie realmente efficaci. Il carcinoma polmonare non a piccole cellule, del tipo a cellule squamose, è spesso causato dal fumo. I recenti trattamenti con un farmaco immunoterapico (nivolumab) hanno evidenziato un tasso di sopravvivenza a un anno del 42% e una riduzione del rischio di morte del 41% rispetto alla terapia standard, garantendo una qualità di vita nettamente migliore. Sono in corso studi che vedono due farmaci immunoncologici combinati tra loro, l’ipilimumab e il nivolumab. Nuove sperimentazioni con terapie immunoncologiche coinvolgono altri tipi di tumore come quello alla testa, al collo e al sangue. Anche per il tumore alla prostata il mix di farmaci immunoterapici e chemioterapia migliora la sopravvivenza dei pazienti. Insomma dei piccoli risultati che però non devono illudere i pazienti ma è bene capire che combinando differenti terapie sembra essere possibile controllare i tumori nel lungo periodo.