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Vaccino contro l’Alzheimer: in arrivo i primi test sull’uomo

Vaccino contro l'Alzheimer: in arrivo i primi test sull'uomo. Le ultime news

Importantissime novità sul fronte della medicina. Secondo uno studio della Flinders University di Adelaide, in Australia pubblicato sulla rivista Nature’s Scientific Reports, il vaccino contro l’Alzheimer non è più un miraggio. Non solo, nel giro di un paio di anni potrebbero arrivare i primi test sull’uomo. Il vaccino contro l’Alzheimer sarà in grado di contrastare il morbo nel suo stadio iniziale e andrà a distruggere le proteine beta amiloidi degenerate che causano l’Alzheimer. Lo studio è stato condotto dal team di Nikolai Petrovsky della Flinders di Adelaide con la collaborazione dei ricercatori dell’ Institute of Molecular Medicine e dell’ University of California. Secondo il professor Petrovsky sono 25 milioni le persone nel modo che sono affette da Alzheimer e i vaccini sviluppati finora non sono abbastanza forti infatti inducono i giusti anticorpi ma a livelli troppo bassi. Come funzionerà quindi il nuovo vaccino? Saranno rilasciati anticorpi che si “agganceranno” alle proteine degenerate e le “trascineranno fuori” dal cervello. Il coordinatore del progetto ha rivelato che questo meccanismo è efficace solo negli stadi iniziali del morbo di Alzheimer poiché è quello l’unico momento in cui è ancora possibile bloccarne lo sviluppo. In linea generale il farmaco sarà somministrato ai pazienti oltre i 50 anni in modo da impedire la comparsa della malattia. Ma non solo. Per il professore c’è il “potenziale per invertire a posteriori alcuni dei sintomi più avanzati dell’Alzheimer”. Questa importante ricerca si aggancia perfettamente ad uno studio condotto dal Massachusetts General Hospital di Charlestown, negli Stati Uniti secondo cui è possibile rilevare il rischio di malattia a partire dai 18 anni quindi molto prima della comparsa dei primi sintomi e in tempo per una potenziale vaccinazione. Tornando a parlare del vaccino contro l’Alzheimer, su Nature’s Scientific Reports Petrovsky ha confermato che salvo ostacoli imprevisti la sperimentazione sull’uomo dovrebbe iniziare entro due anni, nel 2018. L’obiettivo è quello di realizzare un vaccino che possa essere utilizzabile in tre massimo cinque anni.



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