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Scoperta l’origine della febbre: si studiano nuove terapie

E' stata scoperta l'origine della febbre. Si studiano nuove terapie per curarla

È stata scoperta l’origine della febbre. Adesso si studiano nuove terapie per curarla. Una ricerca dell’università svedese di Linköping (nella Svezia meridionale) ha fatto chiarezza sulla produzione delle prostaglandine, responsabili della febbre. Una scoperta che apre la strada a nuove terapie per curarla. Molti sanno che la febbre scaturisce come risposta dell’organismo a un processo infiammatorio in atto. Ciò che nessuno sapeva, però, è quale fosse l’origine vera e propria del segnale della febbre. Fino a oggi erano tre le teorie prevalenti: l’origina dovuta alle prostaglandine circolanti, dalle cellule del sistema immunitario presenti nel sistema nervoso e dalle prostaglandine prodotte a livello della barriera emato-encefalica.

L’ultima delle tre è stata dimostrata dal lavoro degli scienziati svedesi nella cosiddetta teoria di Engblom. Il lavoro è stato pubblicato oggi sul Journal of Neuroscience. Engblom è riuscito a dimostrare la sua teoria, utilizzando come cavie i topi di laboratorio privi degli enzimi necessari per la produzione delle prostaglandine. Quando sono stati esposti all’azione di tossine batteriche, i topi non sviluppavano febbre anche se continuavano a essere presenti tutti gli altri segni dell’infiammazione. Ciò ha dimostrato che le prostaglandine responsabili della comparsa della febbre sono solo quelle prodotte a livello della barriera emato-encefalica. Dunque, dopo anni è stata finalmente scoperta l’origine della febbre.

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Adesso si possono studiare nuove terapie in merito. Dai topi di laboratorio adesso bisogna fare il passaggio agli esseri umani, ma sembra quasi un proforma. Questa è una scoperta che apre a nuovi scenari. Engblom aveva già fatto importanti scoperte. Già dieci anni fa si era interessato del fenomeno e solo adesso ha messo a punto la sua teoria. Ciò che bisogna ancora capire sono le potenzialità che questa scoperta può avere. Intanto, sono molti gli esperti del settore che stanno leggendo a fondo la ricerca di Engblom e stanno cercando di sperimentare nuove terapie.



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