Lo zucchero di canna fa bene o fa male?
Tutto quello che dobbiamo sapere sullo zucchero di canna: fa bene o fa male?
Oggi ci poniamo una domanda che molti si fanno: lo zucchero di canna fa bene o fa male? E’ meglio usare lo zucchero di canna rispetto al classico zucchero? Iniziamo col dire che lo zucchero di canna, come tutti i tipi di zuccheri, ha sia potenziali benefici che rischi associati al suo consumo. Il consumo eccessivo di bevande zuccherate, che spesso contengono zucchero di canna, è stato collegato a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari. Ad esempio, un incremento giornaliero di 250 mL di consumo di bevande zuccherate è stato associato a un rischio maggiore del 7% di ictus e a un aumento dell’8% del rischio di malattie cardiovascolari in generale.
Zucchero di canna: fa bene o fa male?
Lo zucchero di canna fa bene o fa male? Da tempo viene consigliato come alternativa salutistica a quello bianco trattato. Ma la verità è nel mezzo. E’ innegabile che nel processo di raffinazione che serve a sbiancare zucchero classico si utilizzino anche sostanze chimiche potenzialmente dannose come derivati dal petrolio. Tuttavia lo zucchero di canna che si trova sugli scaffali dei supermercati non sempre è esente da questo trattamento schiarente. Si tratta infatti comunque di un prodotto raffinato. Come si riconosce lo zucchero di canna trattato? Non è scuro ma ha un colore ambrato. Per ottenerlo viene usato un colorante, l’E150 che, come tutti gli additivi negli alimenti, sarebbe meglio evitare.
Lo zucchero di canna integrale invece non è raffinato.
La parola integrale però non deve ingannare: a livello di calorie infatti non si discosta molto da quello bianco tradizionale. Infatti in media 100 grammi di zucchero di canna grezzo contengono 377 kilocalorie, quindi solo 15 in meno rispetto allo zucchero da barbabietola. Anche se si usa lo zucchero di canna è quindi sempre meglio non abusarne: è pur sempre un saccarosio. Quest’ultimo scinde in fruttosio e glucosio nell’organismo. L’accortezza vale soprattutto per chi ha il diabete. Tra i vantaggi segnaliamo invece che lo zucchero di canna non contiene glutine e quindi può essere assunto senza problemi dai celiaci e inoltre è meno dannoso per i denti (sembra che diminuisca il rischio di carie rispetto allo zucchero bianco).
Nella dose giornaliera di zuccheri ingeriti dobbiamo infatti sempre considerare che, oltre a quello che usiamo ad esempio per zuccherare il caffè, ci sono sostanze già dolcificate, ad esempio le bibite gassate e i succhi di frutta confezionati. L’ideale sarebbe preparare in casa anche tè freddo e succo di frutta in modo da limitare gli zuccheri rendendo anche le bevande più dissetanti.
Zucchero di canna benefici e controindicazioni
Lo zucchero di canna, utilizzato comunemente come dolcificante, viene estratto dalla canna da zucchero e, a seconda del grado di raffinazione, può variare in colore e sapore. Ha sia potenziali benefici che controindicazioni legati al suo consumo.
Benefici
- Nutrienti: a differenza dello zucchero raffinato, lo zucchero di canna (specialmente le forme meno raffinate come l’NCS) conserva più minerali originali della canna da zucchero, come calcio, ferro e potassio.
- Antiossidanti: contiene composti bioattivi come i polifenoli, che hanno proprietà antiossidanti e possono aiutare a combattere i danni causati dai radicali liberi nel corpo (MDPI).
- Meno processato: alcune forme di zucchero di canna subiscono meno processi di raffinazione, il che può risultare in un prodotto più naturale e con meno sostanze chimiche aggiunte durante la produzione.
Controindicazioni
- Aumento del rischio di malattie metaboliche: il consumo eccessivo di zucchero di canna può contribuire all’obesità, al diabete di tipo 2 e a malattie cardiache, similmente ad altri tipi di zuccheri aggiunti .
- Salute dentale: come altri zuccheri, lo zucchero di canna contribuisce alla carie dentale, specialmente se non si mantiene una buona igiene orale .
- Impatto glicemico: lo zucchero di canna ha un alto indice glicemico, che può causare picchi di zucchero nel sangue e, a lungo termine, può portare a resistenza all’insulina .
Seguici su
