La Bayer e i farmaci “per chi può permetterseli”. Scatta la polemica
Una frase del ceo della Bayer scatena la polemica. I farmaci solo per chi può permetterseli. Tutto nasce dalla richiesta dell'India di adottare un farmaco generico anti-cancro che costerebbe il 97% in meno di quello della multinazionale
“Siamo onesti, noi non produciamo questo prodotto per gli indiani, ma per i pazienti occidentali che possono permetterselo”. È questa la dichiarazione di Marijn Dekkers, ceo della Bayer, che lo scorso 3 dicembre ha scatenato numerosissime polemiche ed ha avvalorato gran parte delle tesi “complottistiche” che sostengono tra l’altro che “certi tipi di farmaci già esistono, ma solo per chi ha i soldi per permetterseli”.
Il caso – Per arrivare alla sfortunata dichiarazione del numero uno della multinazionale, dobbiamo fare un passo indietro. Precisamente, dobbiamo tornare al marzo del 2012 quando in India, per decisione del governo, è stata messa sul commercio la versione generica di un farmaco antitumorale, il Nexavar. Il prezzo fissato dalla Bayer era ed è di 5.600 dollari (4.100 euro) per l’equivalente di 120 compresse, ovvero, la scorta di un mese. La versione generica proposta dal governo indiano, invece, costa all’incirca 175 dollari (127 euro). Per intenderci, il 97% in meno del prezzo Bayer.
Da qui, le parole di Dekkers. Le frasi, riportate recentemente da Bloomberg Businessweek hanno innescato, come detto, un vortice di polemiche. “Sono parole estrapolate dal contesto” ha ribattuto il ceo della multinazionale, con scarsi risultati. Già, perché sull’episodio si è abbattuto anche il video-conferma pubblicato sulla pagina web de El Mundo.
Nel dettaglio – Insomma, per riuscire a completare un ciclo di trattamento, ci vogliono circa 50.000 euro. “Il prezzo – ha spiegato il governo indiano – è fuori dalla portata dei pazienti. Non è un bene di lusso, ma un medicinale che può salvare delle vite. È dunque importante che possa essere alla portata della maggior parte delle persone”. Proprio grazie a questa dichiarazione, avvalendosi dell’articolo 84 del Patents Act del 1970, la Bayer si è vista costretta a concedere alla Natco Pharma la licenza obbligatoria per produrre il farmaco generico.
Il contrattacco e la frase imputata – “Si è trattato essenzialmente di un furto – ha affermato Dekkers il 3 dicembre a Londra, durante la Financial Times Global Pharmaceutical & Biotechnology Conference -, e se mi domandate se questa decisione avrà un effetto negativo sulle nostre finanze, dico no: siamo onesti, non abbiamo sviluppato questo medicinale per il mercato indiano, ma per i pazienti occidentali che possono permetterselo ed il problema è che ora la compagnia indiana potrà provare a vendere il suo prodotto altrove, per esempio in Africa”.
In realtà, come noto, la possibilità di veder calare i fatturati delle multinazionali, conseguentemente alla produzione di farmaci generici, è un dato di fatto. È possibile che l’esternazione del ceo della Bayer sia stata dettata dalla paura? Quella di veder ripetersi questa situazione? Crediamo di sì. Nel frattempo, gli attacchi a Dekker si moltiplicano e a nulla sembrano servire le sue difese: “Quella che voleva essere una risposta data rapidamente in una conferenza è stata travisata” ha commentato Dekkers per Forbes (commento riportato sulle pagine de Il Fatto da Marco Quarantelli). “Non c’è nulla di più lontano da quello che noi della Bayer facciamo e vogliamo. Il nostro obiettivo è migliorare la salute e la qualità della vita e vorremmo che tutte le persone potessero condividere i frutti del progresso medico, indipendentemente dall’origine o dal reddito. Tuttavia – precisa il ceo – nessun paese ha il diritto di indebolire i diritti di proprietà intellettuale. Bayer, come ogni altra società privata, ha bisogno di un ritorno sufficiente sugli investimenti per portare avanti la ricerca. I produttori di farmaci generici, invece, non investono in ricerca e sviluppo e, pertanto, non arriveranno mai alla scoperta di nuove cure o trattamenti innovativi”.
L’indignazione di Medici Senza Frontiere – “Bayer – afferma Manica Balasegaram, direttore esecutivo della Campagna di Accesso ai Medicinali dell’associazione – ha ammesso apertamente che i suoi farmaci sono destinati ai pazienti più ricchi e in sostanza, che le compagnie sono concentrate nel moltiplicare i loro guadagni. Le malattie che non portano guadagni non rientrano nei loro piani e i pazienti che non hanno i soldi per pagare non rientrano nei loro interessi”.
Per ora, per lo meno la battaglia legale, sembra averla vinta l’India, ma quando si “gioca” con le multinazionali, purtroppo, il risultato non è mai certo. Episodi analoghi sono in divenire. Si tratta già per il brevetto di farmaci generici contro Hiv e diabete ma la Bayer, proprio non ci sta…
Questa affermazione mi sembra davvero dura.. i farmaci dovrebbero essere per tutti e a basso costo. io sono per abbassare i costi dei farmaci brand.. perchè non mi sembra egualmente giusto sostituire i farmaci brand (gli unici garantiti ed efficacia) con altrettanti farmaci generici.. per me non sono la stessa cosa e si rischiano gravi danni per la salute. Vi suggerisco di ascoltare questa video intervista in cui si spiegano BENE le differenze tra farmaci generici e farmaci brand che NON sono la stessa cosa: http://vimeo.com/76863820
quindi io sono per l’abbassamento dei costi dei farmaci brand, perchè comprare farmaci che funzionano è un diritto!!!!