Tumore ai polmoni: la prevenzione con un prelievo di sangue
Un recente studio ha dimostrato come le analisi del sangue possono aiutare la prevenzione del tumore ai polmoni
D’ora in poi è possibile prevenire il tumore ai polmoni attraverso un semplice prelievo del sangue: grazie a questo sistema, infatti, sarà possibile individuare il cancro fino a due anni prima rispetto alla diagnosi che si ottiene con una TAC spirale.
Un recente studio scientifico che è stato condotto da un gruppo di studiosi dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e che ha visto la pubblicazione dei risultati nel magazine specializzato Journal of Clinical Oncology (JCO), ha messo in luce come un semplice prelievo del sangue sia in grado di diminuire in modo significativo la quantità di falsi positivi che, invece, si ottengono attraverso la TAC spirale, un esame radiologico specifico per effettuare una diagnosi precoce di tumore ai polmoni soprattutto tra i soggetti fumatori.
Ebbene, tale sistema sarebbe stato in grado di rilevare la presenza del cancro fino a due anni prima rispetto ai risultati che si ottengono con la Tac spirale. I risultati dello studio sono stati poi presentati alla conferenza dell’Associazione Americana per la Ricerca sul Cancro e dell`Associazione Internazionale per lo Studio del Tumore al Polmone che si è tenuta l’8 gennaio a San Diego.
La società inglese Gensignia Ltd ha intenzione di sviluppare il progetto di questi test diagnostici molecolari per lanciarli inizialmente nel mercato americano e, successivamente, anche nel resto del mondo. Grazie a questo sistema è possibile valutare i livelli di 24 microRNA nel plasma sanguigno.
I medici hanno spiegato come la combinazione tra i test del microRNA e della TAC spirale è il sistema giusto che permette la riduzione fino all’80% dei falsi positivi che invece nel corso delle indagini radiologiche ma che, nella realtà dei fatti, non risultano essere malati di cancro ai polmoni.
In questo modo si riducono anche i costi e i rischi che possono derivare a seguito di ripetute indagini radiologiche o attraverso l’utilizzo di terapie invasive per il paziente.