Tumore all’utero, ecco i dati e i metodi di prevenzione
Il tumore all'utero è una piaga che colpisce molte donne. Ecco dunque i principali metodi di prevenzione e i dati riguardanti questo particolare tipo di cancro
Il tumore all’utero colpisce circa 3.500 donne all’anno. Il cancro della cervice uterina, solo in Italia, coinvolge 8 donne su 100mila. Ecco i principali metodi di prevenzione, che servono a migliorare l’incidenza del tumore all’utero. Il cancro al collo dell’utero si può diagnosticare in tempo con il pap test. Quest’ultimo permette, appunto, di scoprirlo precocemente e di intervenire celermente, migliorando le chances di successo. Tuttavia questi metodi di prevenzione non trovano riscontro univoco in tutta Italia. Il pap test non viene praticato da alcune donne proprio per timore di sottoporsi al macchinario e soprattutto di scoprire di avere un problema. Dunque, un timore psicologico che è in grado di frenare la prevenzione medica. Stesso discorso vale anche per lo screening cervicale e per quello mammografico. Infatti, l’adesione ai metodi di prevenzione è differente. In media, nel nostro Paese, tre donne su quattro (di età compresa tra i 25 e i 64 anni) hanno fatto un pap test o hpv negli ultimi tre anni, ma ciò che stupisce è che la percentuale sale all’84% nelle regioni del nord, mentre scende al 62% al sud. Al nord, dunque, le donne sono molto più attende a prevenire, mentre contrariamente la percentuale scende al sud. Tuttavia, secondo i dati del sistema di Sorveglianza Passi c’è una tendenza verso la crescita della copertura dello screening cervicale. Nel periodo 2008-2012 c’è stato un aumento del 6,7% al sud, del 3,9% al centro e del 2,9% al nord. Aumenti costanti in tutta Italia e soprattutto al sud, per fortuna. La scelta di sottoporsi all’esame di prevenzione è dovuta all’adesione a programmi di screening organizzati dalle Asl e all’iniziativa spontanea. L’identikit tipo della donna che si sottopone ai programmi di controllo è simile a quello individuato per gli screening mammografici. Sono infatti donne di età compresa tra i 35 e 49 anni con un livello di istruzione elevato e benestanti le persone che eseguono maggiormente questi metodi di prevenzione riguardanti il tumore all’utero.