Per dimagrire calcola il tuo IQD, l’indice di qualità della dieta
L’ l’indice di qualità della dieta può stabilire quale sia la dieta perfetta per ogni individuo. Non siamo tutti uguali e quindi anche i regimi alimentari per dimagrire devono essere personalizzati
L’indice di qualità (IQD) della dieta rivoluziona il concetto di regime alimentare controllato. Sì, attenzione! Per tutti coloro che stanno cercando disperatamente di dimagrire, ecco una notizia che arriva dal Congresso della Sio (Società italiana dell’obesità) che si è svolto il 14 dicembre scorso presso le aule dell’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Se fino ad oggi abbiamo sempre sentito parlare di “massa grassa” o “indice di massa corporea”, adesso un nuovo termine del caso deve essere aggiunto nel nostro dizionario: l’IQD, l’indice di qualità della dieta. Sarebbe un valore che ogni persona possiede per sé, diverso da soggetto a soggetto, che perette attraverso un rapporto e un calcolo appannaggio del dietologo, delle informazioni fondamentali circa i cibi che farebbero ingrassare o meno la persona di riferimento. Non sono i cibi che si mangiano il problema ma come essi vengono combinati.
A prescindere dalle calorie che contengono insomma, alcuni cibi per determinati soggetti dovrebbero essere evitati. Insomma, per tenere in forma il nostro corpo non è solo indispensabile fare attenzione a cosa si mangia selezionando gli alimenti meno grassi e più salutari, ma è necessario anche scoprire quali siano gli alimenti che possiamo mangiare senza subire danni e quali, indipendentemente dall’apporto calorico, debbano essere evitati. Ecco che interviene quindi l’indice di qualità della dieta (IQD). Sono questi i risultati di uno studio che sono stati presentati sabato scorso a Roma dalla Sio alla Sapienza presso il Dipartimento di scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali. Se insomma esistono alimenti da escludere o limitare a pochissimi rari casi, esistono anche alimenti che affiancati ai primi potrebbero neutralizzare o magari ridurre sensibilmente il danno che cibi di un certo tipo portano ad organismo e linea. Viceversa, nonostante alcuni cibi siano considerati universalmente salutari, magari in alcuni casi devono essere esclusi a prescindere. Tutte queste informazioni possono essere estrapolate facendo un calcolo che ci fornisca il nostro indice di qualità della dieta (IQD). In generale – dicono i medici – piatti privi di fibre, non solo fanno ingrassare ma ledono pesantemente il nostro organismo e la sua salute.
Come si calcola l’IQD? Si moltiplica l’apporto di carboidrati e zuccheri che si ingeriscono in una giornata per quello degli acidi grassi saturi. Il risultato della moltiplicazione deve essere diviso per la cifra di fibre che vengono assunte. Ecco qui che esce fuori un numerino che indica quella che sarebbe la dieta perfetta. Insomma, tutti dal dietologo, senza fare di testa nostra: potremmo infatti imporci privazioni inutili e in più danneggiare il nostro organismo.