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Sindrome metabolica, la cura nel mirtillo selvatico

Il mirtillo selvatico aiuta a combattere i sintomi e gli effetti della sindrome metabolica come patologie del sistema cardiovascolare e ipertensione

Che le piante e i loro frutti abbiano delle proprietà benefiche ai più nascoste, è ormai assodato. A svelare le proprietà del mirtillo selvatico e ad evidenziare la sua azione nella lotta alla sindrome metabolica e i suoi sintomi, ci ha pensato uno studio condotto dai ricercatori dell’University of Maine e successivamente pubblicato sulla rivista scientifica Applied Physiology, Nutrition. L’esperimento ha dimostrato che l’assunzione di mirtillo selvatico a lungo termine aiuta a combattere alcuni degli effetti collaterali più spiacevoli della sindrome metabolica come il diabete e le malattie dell’apparato cardiovascolare poiché i principi contenuti nel mirtillo agiscono nella lotta alle infiammazioni e rafforzano le pareti di vene e arterie migliorando quindi la circolazione sanguigna.

La scoperta pubblicata sulla rivista Applied Physiology, Nutrition è un traguardo molto interessante di uno studio ma anche un punto di partenza molto importante per quello che potrà essere lo sviluppo della cura della sindrome metabolica nei prossimi anni, soprattutto per quanto riguarda il campo dei farmaci i cui principi attivi vengono presi in prestito dalle piante.

A parlare dei risultati dello studio è il dott. Klimis-Zacas, professore di nutrizione clinica presso l’Università del Maine e coautore dello studio che prima di tutto spiega cosa si intende per sindrome metabolica e poi parla dei risultati osservati nel corso dell’esperimento circa l’azione del mirtillo selvatico: “La sindrome metabolica è un gruppo di fattori di rischio caratterizzati da obesità, ipertensione, infiammazioni, dislipidemia, intolleranza al glucosio e insulino-resistenza e disfunzione endoteliale. La sindrome metabolica colpisce circa il 37% degli adulti negli Stati Uniti.” Il medico seguita parlando dei progressi avuti grazie al nuovo studio che mette in evidenza la potenza dell’effetto del mirtillo quindi anche in pazienti obesi il cui quadro clinico risulta compromesso per le motivazioni dette sopra: “Sono già stati documentati i benefici cardiovascolari del mirtillo selvatico ricco di polifenoli in modelli animali con compromissione della salute vascolare e pressione alta. I nostri nuovi risultati mostrano che questi benefici si estendono ai topi Zucker obesi, un modello ampiamente utilizzato per la somiglianza con la sindrome metabolica umana”

Nonostante quindi la dieta assuma un aspetto fondamentale nella cura della sindrome metabolica, assumere dunque mirtillo nella forma di due tazze di tisana al giorno per almeno 8 settimane, aiuta a far avvertire già i primi sintomi di un miglioramento delle condizioni del sistema cardiovascolare e della regolazione della pressione del sangue nei pazienti obesi affetti da sindrome metabolica.

 



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