La bambina di 18 mesi che guarisce dall’Hiv
Sulla piccola le cure antiretrovirali sono iniziate 30 ore dopo la sua nascita. La bambina, sieropositiva congenita, non presenta più tracce del virus dell’Hiv nel sangue
È una bambina di 18 mesi americana il primo caso nel mondo di bambino nato da genitori sieropositivi e quindi positivo sin dalla nascita all’Hiv a mostrare di essere riuscito a debellare la presenza del virus dopo una terapia a base di antiretrovirali, i tipici farmaci che devono assumere tutti i sieropositivi dal momento della diagnosi per tutta la vita, medicine che in parole povere cercano di tenere sotto controllo e ritardare il più possibile la conclamazione dell’Aids. A parlare dello strabiliante risultato è il New England Journal of Medicine.
La neonata protagonista della cui miracolosa guarigione sta facendo parlare di sé in tutto il mondo. La piccola è nata 18 mesi fa da madre sieropositiva. Da subito, a circa 30 ore dalla nascita, è iniziata la terapia a base di antiretrovirali che è andata avanti per circa 18 mesi. Oggi, dicono i medici, alle analisi risulta assente il virus dell’Hiv dal sangue della piccola. Un successo enorme quello ottenuto che lascia sperare quindi che in un futuro prossimo, riservando lo stesso trattamento terapeutico tempestivo a tutti i neonati che nascendo da genitori contagiati sono sieropositivi dalla nascita, si possa debellare il virus aggredendolo sin dalle prime ore di vita del soggetto infetto, liberando così il piccolo da un fardello non indifferente per il resto della sua vita.
Quello della piccola di cui si parla oggi – dicono gli studiosi – è il primissimo caso al mondo di remissione del virus dell’Hiv dal corpo di un bambino. “I nostri dati – ha dichiarato Deborah Persaud, autore principale dello studio – suggeriscono che la remissione di questa bambina non è un semplice colpo di fortuna, ma il probabile risultato di una terapia aggressiva e molto precoce che può aver impedito al virus di “agganciare” le cellule immunitarie della piccola”.
La ricerca è stata pubblicata su Nejm ed è stata condotta dalla virologa in collaborazione con l’immunologa Katherine Luzuriaga dell’University of Massachusetts Medical School e la pediatra Hannah Gay dell’University of Mississippi Medical Center. È stata proprio quest’ultima a dichiarare: “La piccola continua a stare molto bene. Non c’è alcun segno del ritorno del virus Hiv. Continueremo a monitarla sul lungo termine”.