Tumore: test del sangue per diagnosi precoce
Secondo alcuni ricercatori della Cleveland Clinic esiste un test del sangue che può aiutare la diagnosi precoce del tumore, di alcuni tumori
Scoperto test del sangue per la diagnosi precoce dei tumori. In Italia vi sono nuovi casi di tumore: 34.000 l’anno, mentre le morti raggiungono i 27.500 casi sempre su base annua. Secondo uno studio svolto da un team di ricercatori della Cleveland Clinic è possibile identificare questo e altri tumori a uno stadio molto precoce grazie a un semplice esame del sangue.
A quanto pare, infatti, gli acidi grassi che circolano liberi nel siero, ovvero la parte liquida del sangue, e i loro metaboliti possono essere usati in quanto marcatori al fine di semplificare la diagnosi di cancro quando ancora i sintomi non sono evidenti. Tra l’altrom tali acidi sono anche in grado di identificare recidive dopo la rimozione chirurgica del tumore. Al fine della ricerca, sono stati presi sotto esame dei campioni di sangue di 55 pazienti con tumore del polmone e 40 con tumore della prostata. Questi sono stati poi confrontati con campioni di sangue prelevato da persone sane. Dai risultati della ricerca è apparso evidente che vi era una maggiore concentrazione di acidi grassi e dei loro metaboliti nel siero fino a 6 volte superiore nelle persone malate di cancro rispetto a coloro che erano sani.
Un’altra fase dello studio è stata condotta su 24 pazienti che attendevano un poi consistita nell’analisi del sangue di 24 pazienti in attesa di un intervento chirurgico per l’asportazione di un tumore al polmone poi ripetuta 6 e 24 ore dopo l’intervento. Pure in questo caso è stato dimostrato che la concentrazione dei biomarcatori diminuiva da 3 a 10 volte entro 24 ore dopo l’asportazione del tumore.
Secondo i ricercatori, nonostante i buoni risultati, bisogna comunque considerare che si tratta solo di primi passi. “Un emozionante primo passo verso un sistema semplice di scoprire a uno stadio precoce il cancro del polmone, della prostata e forse anche altri tipi di tumori” avrebbe affermato uno di loro. Resta, in ogni caso, il test poiché potrebbe verificare il successo dell’asportazione chirurgica o l’eventuale insorgenza
di recidive tempo dopo l’operazione.