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Additivi alimentari: i bambini diventano iperattivi?

Gli additivi alimentari contenuti in un gran numero di alimenti potrebbero essere la causa dell'iperattività dei bambini

A causa degli additivi alimentari i bambini diventano iperattivi? I coloranti e i conservanti presenti in molti cibi potrebbero essere alla base di un comportamento eccessivamente vivace dei propri figli. L’alimentazione ha un ruolo fondamentale sulla salute delle persone, e l’iperattività nei bambini potrebbe dipendere da carenze di tipo nutrizionale, ma anche dagli additivi alimentari. Già nel 1975 l’allergologo americano Benjamin Feingold riuscì a dimostrare che i bambini iperattivi, se portavano avanti una dieta senza additivi e coloranti alimentari, non avevano problemi di iperattività.

A conferma del fatto che gli additivi alimentari farebbero diventare i bambini iperattivi, c’è uno studio condotto nel 2004 nell’Isola di Wight, commissionato dalla Food Standards Agency all’Università di Southampton. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Lancet. Tale ricerca farebbe emergere un chiaro legame tra alcuni additivi alimentari presenti normalmente in commercio, e iperattività e deficit dell’attenzione, per quanto riguarda i bambini di età compresa tra i 3 e gli 8-9 anni. In particolar modo si tratta di coloranti quali giallo arancio E110 e E104, la artrazina E102, l’azorubina E122,  il rosso allura E129, il rosso cocciniglia E124, nonché un conservante, il benzoato di sodio E211. Questi elementi si trovano in molti prodotti amati dai bambini, come bevande, merendine, caramelle, gelati, chewing-gum. Tali coloranti e conservanti porterebbero proprio ad iperattività, impulsività, disattenzione.

Insomma, a quanto pare gli alimenti maggiormente amati dai bambini e acquistati dalle mamme per loro contengono additivi alimentari che portano i figli a diventare iperattivi. Sarebbe quindi decisamente meglio preparare in casa la merenda e scegliere solo alimenti genuini il più possibile, stando alla larga da coloranti e conservanti che provocano un cambiamento comportamentale.

Cosa ne pensate di questi studi sull’iperattività dei bambini?



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