Cani in appartamento: adesso anche loro pagano il condominio
La bizzarra notizia arriva dall’Emilia Romagna dove Patrizia, proprietaria di un labrador di 6 anni, dovrà corrispondere una quota della rata di condominio anche per il suo amico a quattro zampe
Adesso anche i cani pagano il condominio. Strano ma vero, è quello che è successo a San Martino in Rio (in provincia di Reggio Emilia) in particolare a Piazza dell’Acqua dove all’interno di una riunione tra condomini di alcune abitazioni popolari è stato deciso che Patrizia Amaduzzi, proprietaria di Roan, un labrador di 6 anni adottato al canile nel 2010, debba corrispondere una quota di condominio anche per il suo cane. La metà di quello che paga un essere umano, 15 euro al mese, per poter tenere il suo amato cane nel suo appartamento. E non è finita qui, Patrizia dovrà anche provvedere a dotare l’ascensore di tappetino-anti impronte, come se le zampe di un labrador possano essere più sporche delle scarpe di una persona dopo una passeggiata in strada.
Ha dell’assurdo la notizia diffusa in questi giorni da Lorenzo Croce, presidente di Aidaa, che parla della faccenda che ha coinvolto Patrizia, costretta dagli altri condomini a corrispondere una quota della tassa di condominio aggiuntiva per il suo cane. Ma come è possibile? È presto detto. Nonostante la rata di condominio generalmente venga stabilita in base ai metri quadri dell’appartamento, una legge della Regione Emilia Romagna del 2001 ha concesso a coloro che abitano in case di edilizia residenziale agevolata (case popolari appunto) di partecipare al procedimento di approvazione dei regolamenti. Non è raro, si apprende dalla stampa, che in appartamenti costruiti per ospitare un numero preciso di persone, ne vivessero molte di più con conseguente aggravio delle bollette di luce, acqua e gas per gli altri condomini. Ecco che è nata l’idea di corrispondere la quota della rata di condominio pro capite e non a seconda della metratura dell’appartamento.
Roan è un cane, neanche troppo piccolo, e in quanto tale considerato anche lui abitante della casa. Per Roan quindi Patrizia dovrà corrispondere 15 euro al mese, la metà della cifra che paga per sé. Di fronte alla lettera in cui le veniva comunicata la decisione, Patrizia racconta di non aver reagito. Successivamente però Patrizia si è rivolta al consorzio che gestisce le case popolari in questione. “Nulla di strano. Accade anche altrove” ha commentato Secondo Malaguti, presidente del consorzio. “Una ridicola barzelletta – ha commentato invece Lorenzo Croce, presidente di Aidaa – ma se è vera non esiteremmo un secondo a portare questi signori in tribunale. Se il cane è condomino allora ha diritto di voto in assemblea”.
…… A prescindere dal titolo allarmista ed inutile dell’ articolo mi viene da dire che se un condominio è gestito da teste di c@@@o ed i loro comportamenti sono avallati da altrettante teste di c@@@o (in comune ed in provincia) questo non vuol dire che per tenere un cane in appartamento bisogna pagare il condominio anche per lui (anche perchè il condominio si paga in base ai millesimi dell’ appartamento calcolati sui metri quadri catastali) ……… per di più mi sembra assurdo che una legge regionale possa contravvenire a leggi e regolamneti dello stato……… per di più, ammesso che sia vero,se in una casa delle case popolari in cui in base alla metratura è stabilito che dovrebbero viverci in due e ci vanno a vivere in quindici la colpa è di chi dovrebbe vigilare sull’ esatta attuazione delle norme contrattuali e di chi, accortosi della grave mancanza di tali norme non va a denunciare l’ accaduto alle autorità competenti……. sinceramente credo che se mai sia accaduta sul serio una cosa del genere la proprietaria del cane non farà fatica a trovare un giudice, uno qualsiasi intendo, che, conoscendo il principio di gerarchia delle leggi, e che per sua natura dovrebbe punire l’ omertà ed il mancato rispetto delle leggi in quanto reato, troverà assurda la decisione dell’ assemblea condominiale e l’ annullerà………