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Epatite A è allarme, frutti di bosco surgelati la causa

Le organizzazioni sanitarie internazionali lanciano l'allarme su un aumento di casi di Epatite A , che si considerava una malattia debellata, in Europa. Frutti di bosco nel mirino

Scatta l’allarme epatite A, una malattia  che si credeva largamente debellata ma che secondo le autorità sanitarie avrebbe ripreso una volta di più a diffondersi nel nostro paese. Occhi puntati sui frutti di bosco, in particolare quelli surgelati. L’allarme arriva da Seieva, il sistema epidemiologico integrato epatite virale acuta, un organismo di controllo preposto a vigilare appunto sull’insorgenza di quel tipo di patologia e che denuncia per il periodo campione che va da settembre 2012 ad aprile 2013 ben 417 casi dichiarati di epatite A contro i soli 167 che si erano registrati nella stessa finestra di tempo l’anno precedente. L’epatite A è una forma virale che si credeva largamente sconfitta, soprattutto grazie al considerevole miglioramento delle condizioni igieniche che nell’ultimo mezzo secolo ha interessato l’Italia come il resto dei paesi europei, eppure quest’improvviso ritorno di fiamma ha suscitato la giustificata preoccupazione degli organi sanitari internazionali. Sono stati rilevati due principali focolai di diffusione dell’infezione: il primo è localizzato nei paesi del Nord dell’Europa e pare legato all’importazione ed al consumo di frutti di bosco surgelati fatti venire da paesi extra europei, il secondo sarebbe direttamente connesso al rientro in patria di turisti che hanno visitato l’Egitto. L’epatite A ha la caratteristica peculiare di non raggiungere mai la frase cronica, caratterizzandosi per un improvviso insorgere dei sintomi a distanza di 10 o 15 giorni dal contagio, sintomi che s’intensificano qualche giorno prima, in genere 5, della fase itterica per poi andare a scemare con il presentarsi della stessa. I sintomi sono perdita di appetito, nausea, stati di malessere generalizzato, dolori addominali, febbre e astenia, oltre che urine scure e feci particolarmente chiare ed il suddetto ittero, ovvero la pelle che assume una tonalità giallastra; nei bambini la principale sintomatica è la diarrea mentre manca l’ittero. In genere la malattia guarise 4 o 5 settimane dopo la manifestazione dei sintomi; rare le forme fulminanti, dai 2 agli 8 casi su 100, con mortalità dell’80%.



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