La vitamina C, farmaco contro la tubercolosi
In un'università di medicina negli Stati Uniti è stato scoperto che la vitamina C sarebbe in grado di sconfiggere il batterio della tubercolosi
La vitamina C è in grado di distruggere i batteri della tubercolosi. E’ questa la grande scoperta del gruppo di William Jacobs dell’Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University, pubblicata sulla rivista Nature Communications. Trattandosi di una scoperta totalmente sviluppata in laboratorio, occorrerebbe ora mettere a punto un piano per integrarla con le terapie esistenti.
Ha dichiarato William Jacobs: «La scoperta è stata serendipità, noi stavamo facendo un altro esperimento e ci siamo accorti per caso che la vitamina C, in aggiunta al farmaco di prima scelta isoniazide, uccideva le colture di Tbc». La vitamina C sarebbe capace di distruggere anche quei batteri solitamente farmaco resistenti. Bisogna capire ora se questo tipo di esperimento possa funzionare su soggetti umani, ma ci sono tutti i presupposti perchè si possano subito iniziare a testare. Il fatto che la vitamina C sia poco costosa, facilmente reperibile e assolutamente sicura, dovrebbe facilitare la sperimentazione sull’essere umano. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito che nel 2011 la tubercolosi ha infettato più di otto milioni di persone, uccidendone quasi due milioni. Il problema più grave è che il batterio della Tbc, il famigerato M.tubercolosis, nella maggior parte dei pazienti infetti risulta essere farmaco resistente. Per questo motivo la portata della scoperta casuale della Yeshiva University potrebbe avere una portata epocale. Continua ancora Jacobs, intervistato da Ansa: «Pensiamo che studi su animali con alte dosi di vitamina C siano a questo punto giustificati. Questo potrebbe aiutarci a determinare se l’aggiunta di vitamina C al regime terapeutico attuale possa migliorare la risposta dei pazienti ai farmaci». C’è cautela nelle dichiarazioni di William Jacobs, perchè non è ancora il momento di esaltare la scoperta come la soluzione finale alla Tbc, nessuno è in grado ancora di stabilire l’efficacia di questo tipo di cure sui soggetti infettati dal batterio M.tubercolosis.