Celiachia: con un test del sangue la scopri precocemente
Il Gaslini lancia un nuovo test per la diagnosi della celiachia, patologia ancora oggi difficilmente riconoscibil
La celiachia è una patologia infiammatoria cronica dell’intestino tenue, causata dall’intolleranza al glutine. L’Associazione Italiana Celiachia, sostiene che nel nostro Paese potrebbero esserci oltre 600.000, ad oggi però sono stati diagnosticati circa 135.800 casi , secondo il rapporto Ministero Salute 2011. Un nuovo test potrebbe aiutare a diagnosticare la celiachia, superando così le attuali difficoltà. E’ stato effettuato dai ricercatori dell’Istituto Gaslini di Genova in collaborazione con l’Università di Verona.
Si tratta di un esame da eseguire esclusivamente in soggetti geneticamente predisposti alla malattia, per trovarla in quei casi in cui i sintomi sono molto lievi o quasi assenti.
La spia di tutto ciò si chiama VP7, proteina che stimola gli anticorpi specifici in seguito all’infezione da Rotavirus, poichè questi anticorpi vengono prodotti solo da persone che soffrono di questa patologia. Dunque tramite un semplice esame del sangue, è possibile individuare la malattia, prima di altri test.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Immunologic Research, è stato effettuato da Antonio Puccetti, studioso del Laboratorio di Immunologia Clinica e Sperimentale dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, in collaborazione con Claudio Lunardi e Giovanna Zanoni dell’Università di Verona.
Già precedentemente i ricercatori dell’Istituto Gaslini e dell’Università di Verona avevano scoperto che l’infezione da Rotavirus poteva innescare l’insorgenza della celiachia.
Per molti anni sono stati monitorati circa trecento bambini predisposti al morbo celiaco. Si è così potuto osservare che il 10% ha sviluppato la malattia durante il periodo di ricerca. Nel loro sangue erano presenti, infatti, anticorpi diretti contro la proteina VP7 del Rotavirus.
«Il test realizzato al Gaslini si può eseguire con una semplice analisi del sangue, al momento è disponibile solo presso il nostro laboratorio di ricerca, ma potrebbe diventare in tempi brevi un kit diagnostico commerciale – afferma Puccetti.