Bullismo: ragazzina aggredita e pestata dalle coetanee
Una ragazzina di soli 13 anni è stata pestata da una gang di baby bulli: ecco la sua storia.
Ancora una volta ci troviamo costretti a parlare di bullismo. Un tema delicato, ma molto importante, che evidentemente non viene affrontato spesso, dal momento che gli episodi di baby bulli non accennano a diminuire. A nulla è servito il suicidio di Andrea, che si è impiccato a Roma perché insultato da tutti? La storia che vi raccontiamo oggi è una storia che ha come protagonista una ragazzina di soli tredici anni, che è stata seviziata ed umiliata da quattro ragazzine sue coetanee, e da un amico di 17 anni. La giovane è stata aggredita e pestata, al punto da svenire, per lo shock, in un bagno pubblico del centro commerciale Le Befane. È proprio lì che è iniziato il tutto: la ragazzina aveva semplicemente chiesto, ai suoi amici, se qualcuno di loro voleva finire il suo frappé: una richiesta non inusuale tra i giovani.Da quel momento è cominciato l’incubo per la 13enne, come riporta anche Il Resto del Carlino di Rimini. Le ragazze si sono “avvicinate minacciose, quindi le hanno rovesciato addosso il frullato e un’altra bibita sulla testa. Poi sono cominciati sputi, insulti e spintoni”. La piccola, per la vergogna e lo spavento, si è rifugiata in bagno. Una volta uscita, ha tentato di andare via, per tornare a casa e dimenticare l’episodio, ma per lei è stato impossibile: quando è arrivata di nuovo sul piazzale del centro commerciale, le altre ragazze hanno continuato ad aggredirla, “mentre il resto del ‘branco’ aveva fatto circolo per impedirle di andarsene. Avevano ricominciato a sputarle addosso e a dileggiarla, ma il peggio era stato quando l’avevano costretta a inginocchiarsi per ‘chiedere scusa’ di un torto che non esisteva”. Nessuno è intervenuto per difenderla, nemmeno le sue amiche, che hanno assistito alla scena mute, per paura di fare la sua stessa fine.
L’Ufficio minori della divisione anticrimine della questura ha identificato e rintracciato i cinque aguzzini, e li ha convocati insieme ai genitori. I ragazzini hanno parlato di “scherzo”, ma dovranno rispondere di lesioni personali, ingiuria, violenza privata, minacce e omissione di soccorso.
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